Circondato la cemento, dallo smog e dai ritmi frenetici della città il nostro sfortunato protagonista abita un mondo dove i fiumi, i tram, i macchinari e la automobili hanno preso il posto della natura.
Il nostro protagonista è un manovale: caricatore e scaricatore e, all'occorrenza, scaricatore e caricatore, di una grande città industriale, dove vive con la moglie e i 6 figli.
La città, però gli sta stretta e, così, il nostro eroe si ritrova in mezzo a mille guai, alla ricerca dei segni della natura in città, della vita all'aria aperta, lontano da fumi e smog, da cartelloni pubblicitari o insegne luminose. Sono pochi, ormai, gli appigli a cui il manovale si aggrappa per non cadere nel grande imbuto della città e, come un bambino, continua a crederci.
Non essendo che un uomo, però, l'incantesimo si spezza sempre e a quel punto tornano i tram, le automobili, le luci al neon: d'improvviso tutto svanisce e la malinconia e la delusione prendono il sopravvento.
Un uomo nel quale ci si può facilmente immedesimare, chiusi tra grossi palazzi, con il fiato sul collo di agenzie pubblicitarie, costretti a lavorare in aziende simbolo di folle consumismo e globalizzazione, con la triste consapevolezza che il mondo che c'era prima è sempre più lontano e che tornare indietro è quasi impossibile.